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“I SENSI INCANTATI”

Delle infinite reminescenze della memoria, Borroni congela un'attimo, ferma per sempre sulla superficie pittorica una dimenzione temporale, una narrazione sospesa che ci fa pensare che la sua arte non debba essere spiegata ma, soprattutto veduta. Diventa complesso, infatti, entrare nei reconditi ambiti di una pittura che si qualifica soprattutto come espressione intellettuale e ludica al tempo stesso. Protagoniste le figure femminili declinate attraverso immagini silenti, prigioniere di uno spazio sostanzialmente assente, tutto risolto in superficie, nella decoratività del piano di fondo, con arabeschi che rimandano alle carte da parati e all'arte giapponese. Opere pervase da un'aura misteriosa ed allusiva, venate d' intimismo, incarnato in una fanciulla sdraiata che si piega ad un candido vuoyeurismo. La luce innaturale è luce della memoria, non proviene da fonti certe , ma si materializza come abbacinante, onirica quasi tattile. Figure languide, perse nei gesti lenti e pigri di un eros più evocato che espresso, citazioni di un mondo classico così presente perchè fortemente antimoderno, sguardi obliqui e labbra rosse, nella dichiarazione di un ego ipertrofico e privo tuttavia di ogni compiaciuta contemplazione: un mondo tutto al femminile immaginato e sognato da quelli che ne sono esclusi.

EMANUELA MAZZOTTI, 2012

Particolare da LUCE (2004)