Le "Beatrici": l'universo femminile di Beatrice Borroni
Accostandosi alle opere di Beatrice Borroni appare subito evidente che la figura femminile è nella maggior parte dei casi al centro dei suoi dipinti. Da sola, in un " groviglio di corpi " , in primo piano, di scorcio, semi nascosta, nuda, vestita, seminuda, Lei, la donna è sempre là.
La prima impressione è di essere immersi in una visione saffica del mondo, ma ci accorgiamo invece che ci troviamo di fronte ad una rappresentazione del mondo femminile in cui il corpo è definito attraverso linee quasi continue staccandolo dalla realtà, sublimandolo, cioè dandogli un'aura di universalità.
I volti si rifanno a modelli diversi, ma spesso sono accumunati da uno sguardo che vede lontano, che segna un distacco dalla materialità, sono creature atarassiche, in cui l'autrice vuole mettere in evidenza alcuni aspetti del " femminino ": la sensualità, attraverso gesti appena accennati, la voglia di vivere, la socialità, il mistero, virtù e difetti che ci accomunano.
La femminilità viene sottolineata da alcuni aspetti fisici del corpo, ma che restano in un' atmosfera tra il reale, il sogno, l'indefinito.
Le donne di Borroni spesso sono rappresentate come eterne bambine, glabre, paffute, come per dare la sensazione dell'entusiasmo e dello slancio vitale delle donne in tutte le età della vita.
Accanto alla sublimazione e la semirealtà di queste figure, l'artista rivela anche una notevole attenzione agli aspetti " decorativi " per i quali attinge a piene mani dalla natura, con chiari riferimenti alle arti decorative. Mi piace moltissimo anche il suo uso delle stoffe, o meglio della loro rappresentazione: sono spesso tessuti ricchi, che danno l'idea dei broccati e delle sete. Le opere di Borroni danno la sensazione di dipinti quasi " smaltati " con colori dai toni caldi e vibranti.
GABRIELLA BARATTIA, 2013