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“Cromoseduzioni”

Borroni si è accostata alla pittura dopo il periodo di studio alla scuola d'arte.
Qui ella si è applicata al disegno dal vero su modelli e nature morte, a elaborato forme plastiche con le materie della ceramica e le ha rese sensibili con colori e decori, ma il suo approccio al mondo dell'arte ha percorso un'altra strada. La sua principale ispirazione le è giunta dalla conoscenza della storia e degli esiti della pittura del primo Novecento.
E in verità innegabile appare il riferimento delle opere della pittrice ai risultati della ricerca di artisti ormai noti che, a partire dagli ultimi anni del secolo scorso, hanno conferito alla forma e al colore dignità proprie. É d'obbligo il richiamo a quelle avanguardie che, slegando la comunicazione visiva da ogni contenuto che si riferisse ad altre atmosfere - letterarie, musicali o storiche - hanno aperto la strada al linguaggio moderno dell'immagine. Le figure che prendono corpo nei quadri di Borroni nascono dalla comprensione di questa pittura, da lei fatta propria ed elaborata in modo convincente.
La ricerca espressiva delle prime opere, quella volumetrica del Rapimento di Europa, di Donna rossa e Cavalli, tutti del 1993, e quella coloristica de La lettrice e Salomè, sembrano aver trovato una risposta in Tre donne, un grande trittico dove la consapevole organizzazione dello spazio e del colore mostra una raggiunta capacità descrittiva, e l'atteggiarsi delle figure che leggono, guardano, ascoltano, sembra essere un emblema di chi valuta con disincanto il nostro tempo.
Le opere più recenti sono forti della maturità artistica raggiunta. Già ne Il pigiama, al volume descritto con sempre maggiore definizione si fonde l'uso del colore in ricercati effetti decorativi, e con Artemide, Il prato, Il trionfo di Venere, le invenzioni dell'ornato diventano parte integrante della narrazione: i tessuti preziosi colmano ogni possibile vuoto del dipinto. Ed è lo spazio occupato dai corpi a determinare le dimensioni talora insolite del supporto, perchè questo li contenga interamente, senza pause narrative. I soggetti rappresentati, per lo più figure femminili in abiti moderni collocate in un intrigante gioco decorativo, sono spesso nobilitati dal riferimento mitologico è talvolta solo accennato - del titolo. Ma sono un pretesto per modellare volumi e stendere colori che parlino con il linguaggio significativo della forma, per narrarci di un mondo fatto di purezza e perfezione.
La lucentezza delle superfici e la vivacità dei colori ci attirano per mostrarci un gioco divertente: a noi sta di comprenderlo!

Rita Romanelli, 1997

Particolare da LA SCIARPA (1997)